martedì 29 settembre 2015

COTOGNO GIAPPONESE - CHAENOMELES JAPONICA O CYDONIA



Appartenente alla famiglia delle rosacee, il cotogno giapponese ( chaenomeles  Japonica o cydonia ) è un arbusto a portamento eretto con rami spinosi, le foglie iniziano a svilupparsi quando la pianta è già fiorita e sono inizialmente brune, crescendo diventano di colore verde lucido. I fiori, simili a quelli degli alberi da frutto, sono larghi fino a tre centimetri; si conoscono varietà con fiori di color rosa, bianco, rosso scarlatto.



Dimensioni: può raggiungere i 150 centimetri di altezza (la larghezza della chioma è sempre maggiore dell’altezza e arriva fino a un massimo di 2 metri).

Epoca di fioritura: marzo-maggio (la fioritura è prolungata e può superare le quattro settimane). 

I frutti, per forma, sono simili a quelli del melo cotogno e maturano ad autunno inoltrato. 

Utilizzazione: per creare siepi e cespugli, per ornare palizzate e muri, infine come fiore reciso.

Messa a dimora: l’epoca ideale è l’inizio della primavera, la buca deve essere sempre grande almeno il doppio del vaso sia in larghezza sia in profondità. 

Esposizione: il cotogno giapponese è una pianta che si adatta a stare in posizioni soleggiate oppure a mezz’ombra. Le piante poste in pieno sole hanno maggiori garanzie di superare senza danni le gelate di fine inverno che possono compromettere lo sviluppo dei boccioli. Le giovani piante in fase di allevamento(primi due anni di vita) sono più sensibili al freddo e vanno protette durante l’inverno con una pacciamatura. Le piante adulte non temono il freddo e il caldo estivo.

Acqua: annaffiature regolari, più frequenti d’estate ( per regolarsi con le annaffiature, toccare il terreno ed evitare i ristagni idrici che provocano marciumi).

Concime: per nutrire utilizzare in primavera e in autunno un buon terriccio di foglie e/o torba da inglobare nel primo strato di terreno. Avrà la duplice valenza di apportare sostanze nutritive e combattere l’alcalinizzazione del suolo. In terreni con PH troppo elevato la pianta può soffrire di clorosi ferrica cioè del mancato assorbimento del ferro e della conseguente decolorazione delle foglie. La fertilizzazione con torba e terriccio di foglie previene il problema.

Accortezze: se la pianta viene colpita da afidi, utilizzare prodotti specifici seguendo attentamente le istruzioni e i consigli di un buon vivaista. 

Potatura: si esegue dopo la fioritura ed ha una doppia finalità, diradare la chioma se diventa troppo folta, favorendone un rinnovo con il taglio completo del ramo  e di ringiovanirla potando i rami che si sono formati nell’anno precedente alla lunghezza di sole tre gemme ( questo metodo di potatura, che conserva una forma espansa ma regolata, non è seguita da tutti. Alcuni preferiscono solo il diradamento, altri potano in modo ancora più pesante, c’è poi chi non pota per nulla lasciando che la pianta si sviluppi come meglio crede accontentandosi di fioriture più contenute. Quest’ultimo caso è frequente se le piante sono inserite come elemento decorativo in siepi miste o in zone poco frequentate del giardino). 

Moltiplicazione: la moltiplicazione può essere fatta per talea in agosto, per seme o innesto in primavera… per avere nuove piante il metodo più semplice è la separazione dei numerosi polloni basali che devono essere messi a radicare in vasi singoli e allevati per almeno due anni prima di essere posti in piena terra. 

Curiosità: i frutti sono commestibili. Non si prestano a essere consumati freschi ma solo previa cottura per preparare conserve o un prodotto simile alla cotognata, una gelatina dura da tagliare a cubetti. Maturano ad autunno inoltrato.


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