giovedì 29 dicembre 2016

Auguri!

               Tanti Auguri di buone feste a tutti i seguaci del blog!!!

lunedì 5 settembre 2016

PERO ASIATICO - NASHI




Il “nashi”, o “pero asiatico”, è nativo della Cina centrale, che è attualmente il primo paese produttore, dove è coltivato da oltre 2000 anni ed è chiamato “Li”. A partire dal Settecento la coltivazione si è diffusa anche in Giappone e Corea, dove era comunque già presente da millenni. Assieme agli emigranti cinesi arrivò poi negli Stati Uniti durante l’Ottocento. Nel continente americano è oggi coltivato principalmente in California, anche per la richiesta che deriva dalla presenza di una numerosa comunità asiatica. Solo negli anni ottanta la coltivazione del nashi è iniziata anche in Europa, soprattutto in Francia ed Italia. Una delle ragioni della mancata diffusione del nashi in Italia ed Europa è probabilmente la carenza d’informazioni che ha creato incomprensioni ed equivoci nella commercializzazione. Per evitare confusioni è meglio chiamarlo col nome di “nashi” (che significa pero in giapponese), poiché identificarlo con la pera può essere fuorviante. Possiamo considerare il nashi come un “cugino” delle nostre pere: infatti entrambi fanno parte del genere Pyrus, che raccoglie circa 23 specie. Da un punto di vista botanico le varietà di pere europee appartengono alla specie Pyrus communis mentre quelle asiatiche, per la maggioranza, fanno parte della specie Pyrus pyrifolia (indicato anche come P. serotina). Ma, oltre alla differenza di sistematica, si tratta in pratica di una tipologia di frutto molto diversa.
Il nashi ha una polpa croccante e succosa che come consistenza può ricordare più la mela che la pera. Per questo negli USA è denominato mela-pera, in riferimento anche alla forma tondeggiante. Il sapore però, a differenza delle mele, manca di acidità e non ha gli aromi tipici delle pere europee. Possiamo definire il nashi come un frutto dolce e fresco gradevole e dissetante, ideale per mitigare la calura estiva. Similmente ad altri frutti esotici, come l’avocado, si può utilizzare il nashi come ingrediente di antipasti e insalate oltre che macedonie; per questo è chiamato anche “salad pear”. La forma tipica dei frutti di nashi è generalmente tondeggiante, un po’ appiattita, simile a quella di numerose varietà di melo (per questo motivo è chiamato anche “pera-mela”). La polpa è molto croccante e succosa, ricca di acqua e sali minerali, soprattutto potassio e magnesio. L’epidermide del nashi è liscia e delicata, tipicamente “punteggiata”, per la presenza di lenticelle (una sorta di pori) molto evidenti. Per questo nella commercializzazione viene protetto con imballaggi particolari. In Giappone i frutti vengono spesso utilizzati come doni, un po’ come fossero dolci o cioccolatini.
Il nashi è una pianta abbastanza adattabile, sostanzialmente con poche pretese, che si può coltivare nella maggior parte del territorio italiano. In pratica vive bene dalle aree dove viene coltivato il pesco, fino a quelle tipiche del melo. Resiste bene al freddo invernale, mentre può avere qualche problema (anomalie di fioritura e scarsa fruttificazione) nelle aree con inverni miti dove non viene soddisfatto il “fabbisogno in freddo” (numero di ore con temperature inferiori a 7 C°) che per questa specie è medio-elevato. La fioritura avviene in epoca media (qualche giorno di anticipo rispetto le pere europee).

Innesto
Il nashi viene solitamente innestato su semenzali di Pyrus communis, P. pyrifolia o altre specie poiché, a differenza delle pere europee, non è affine coi portinnesti di cotogno. Su tali portinnesti si ottengono piante con buona vigoria, adattabili a diverse tipologie di terreno e abbastanza resistenti alla siccità. Qualche problema di “clorosi” (ingiallimenti fogliari e scarsa vegetazione) ci può essere nei terreni molto calcarei o con pH elevato, ai quali si può rimediare con somministrazione  di chelati di ferro.
 
Impollinazione
Le piante iniziano a fiorire e fruttificare fin dai primi anni d’età, poiché la maggioranza delle varietà fruttifica su rami di un anno. La produzione è generalmente elevata, a condizione che sia assicurata una sufficiente impollinazione. Infatti la maggioranza delle varietà di nashi sono autoincompatibili, cioè per fruttificare regolarmente necessitano della vicinanza di un’altra varietà il cui polline sia compatibile e possa fecondare i fiori.

Diradamento dei frutti
Le piante di nashi sono solitamente molto produttive, per questo è spesso necessario intervenire con un adeguato diradamento dei frutti. Appena terminata l’allegagione, circa un mese dopo la fioritura, è consigliabile intervenire diradando i singoli corimbi (il “mazzetto” di fiori tipico delle pomacee, che si forma da ogni gemma) che di solito portano tre frutti o più. Si dovrà lasciarne uno solo per corimbo, distanziandoli in modo da avere non più di un frutto ogni 20-30 cm di ramo. Come per altre specie da frutto eseguire il diradamento dei frutti è importante non solo per incrementare la crescita di quelli lasciati sulla pianta ma, lo scopo principale, è quello di evitare che una fruttificazione eccessiva impedisca la formazione di nuove gemme a fiore per l’anno seguente.
Non sono molte le avversità che possono colpire il nashi; la principale è sicuramente la carpocapsa, il “baco” che attacca i frutti di tutte le pomacee.

Varietà consigliate
Essendo una specie coltivata da millenni, almeno nei paesi d’origine, si conoscono tantissime varietà di nashi, che vengono distinte in due grandi gruppi secondo il colore dell’epidermide: a frutto giallo-verde, oppure dorato-bronzato. Tra le tante cultivar ne possiamo consigliarne due, con buone caratteristiche e facilmente reperibili presso i vivai. Hanno logicamente dei nomi molto “orientali”: ‘Nijisseiki’ e ‘Hosui’; la prima a frutto giallo e la seconda bronzato, sono tra loro compatibili e si impollinano a vicenda.




venerdì 12 agosto 2016

ASTER - SETTEMBRINI


Pianta erbacea perenne. Il nome aster in greco significa “stella” per via della forma dei fiori.
FIORE: il fiore è simile a quello di una margherita, con “bottone” centrale circondato da petali colorati di larghezza di 2-3 cm.
COLORE FIORE: violetto, blu, bianco, lilla rosa.
PERIODO DI FIORITURA:  
aster alpinus in primavera

aster amellus tra luglio e settembre


aster domus da agosto a ottobre.

ALTEZZA: da 30 a 60 cm.
TERRENO: cresce bene in qualsiasi tipo di terreno, è consigliato un terreno per piante da fiore.
TEMPERATURA: predilige il caldo e sopporta bene il freddo ( fino a -20°C).
ESPOSIZIONE: aree soleggiate.
ACQUA: tra un’annaffiatura e l’altra lasciare asciugare il terreno evitando i ristagni idrici che provocano marciumi ( per regolarsi con le annaffiature toccare il terreno e seguire l’andamento climatico).
POTATURA: per ottenere settembrini rigogliosi e una migliore fioritura, si consiglia di provvedere all’eliminazione di fiori secchi o danneggiati; dopo la fioritura si consiglia di tagliare a circa 15 cm di altezza dal terreno i rami, poiché in caso contrario la pianta tende a svilupparsi in altezza con le parti superiori dei rami spoglie.
CONCIMAZIONE: i settembrini non necessitano di molto concime, è sufficiente utilizzare un po’ di concime specifico per fiori mischiandolo all’acqua delle annaffiature ( durante la fioritura con cadenza mensile).
MOLTIPLICAZIONE: può avvenire per divisione dei cespi da effettuare dopo la fioritura tagliando sezioni dotate di radici e un solo getto vitale oppure per semina in  primavera.
COLTIVAZIONE IN VASO: utilizzare un vaso con diametro minimo di 30 cm (per una pianta di circa 60 cm) che ogni anno deve essere cambiato; in alternativa dividere la pianta in cespi più piccoli in più vasi.

giovedì 11 agosto 2016

FUCSIE - bellezze all'ombra






Trombettine delle fate, orecchini delle dame, campanelle del paradiso: questi sono i nomignoli che le fucsie si sono guadagnate grazie alla bellezza dei loro fiori cascanti, dagli intensi colori cremisi, rosso, rosa, bianco e viola; non si chiamano fucsia a causa del colore bensì il contrario, il nome le è stato attribuito alla fine del ‘700 in onore del medico bavarese Leonhart  Fuchs e il colore tipico del fiore, fra il rosa e il violetto, fu battezzato nell’ottocento fucsia.
TANTE VARIETA’, TANTI COLORI: la fucsia vanta di un numero incredibile di varietà e di ibridi che differiscono tra loro per il colore, le  dimensioni, il  portamento della pianta… i fiori possono essere semplici o doppi, più o meno grandi e dai più svariati colori… di facile coltivazione tutte sono per lo più amanti dell’ombra.
FIORITURA: la fioritura della fucsia si ha, nella maggior parte delle specie, nel periodo primaverile-estivo; i fiori si formano sui rami dell’anno.
ESPOSIZIONE: il sole diretto avvizzisce le foglie, la pianta ha bisogno di una posizione luminosa ma ombreggiata oppure a mezz’ombra;  un davanzale all’ombra è un luogo ideale dove mettere più vasi di queste piante. In una cassetta da 50 cm possiamo mettere non più di due piante; in poche settimane raddoppiano di volume e creano una massa di colore molto appariscente; possiamo anche metterle in uno o più panieri sospesi, lontano dai raggi diretti del sole.
ACQUA: annaffiamola con regolarità in modo che la terra non rimanga completamente asciutta, evitando i ristagni idrici che provocano marciumi.
CONCIMAZIONE: ogni 10 giorni concimiamo con fertilizzante per piante da fiore seguendo attentamente le istruzioni e i consigli di un buon vivaista.
TIPO DI TERRENO: il terreno ideale in cui farla crescere è un mix in parti uguali di terriccio di piante da fiore e terriccio per piante acidofile.
RINVASATURA: quando le radici troppo fitte escono dal fondo del vaso rinvasiamola in un vaso appena più grande del precedente con terriccio nuovo (ma senza toccare il pane di terra). Le piante coltivate all’esterno, nei mesi invernali, vanno protette con del tessuto non tessuto o messe nella serretta.
POTATURA: La fucsia si pota alla fine dell’inverno accorciando i rami fino ad un terzo della loro lunghezza per darle una forma regolare in quanto tende a crescere disordinata. Devono essere frequenti le cimature degli apici vegetativi  per impedire che i fusti si allunghino eccessivamente e la pianta si spogli nella parte bassa.
COME SCEGLIERLA: al momento dell’acquisto osserviamo lo sviluppo della pianta, la crescita deve essere omogenea in tutte le direzioni. Controlliamo che non vi siano parassiti, in modo particolare il ragnetto rosso, molto temibile nei periodi caldi e asciutti. Ottimo criterio per scegliere una buona pianta è controllare il rapporto ottimale di “uno a uno” tra fiori aperti e boccioli. Saremo sicuri di avere una prolungata ed abbondante fioritura. 


lunedì 8 agosto 2016

DALIE




Le dalie sono piante perenni e tuberose che appartengono alla famiglia delle composite. Il loro fiore, che in botanica è considerato un’infiorescenza perché è formato da un insieme di fiori singoli, è ricco di tali e tante differenze da essere classificato e suddiviso principalmente da come si presentano i petali, ci sono dalie a fiore doppio oppure semidoppio...
dalie a fiore semplice

dalie “pompon"




dalie “cactus” 

dalie “peonia” con fiori simili a quelli di peonia...
esistono centinaia di varietà ottenute tramite ibridazione anche varietà mignon che non superano i 25-30 cm di altezza (varietà coltivabili facilmente in vaso)…
UTILIZZAZIONE: protagoniste dell’estate fino ai primi freddi, le dalie sono perfette per creare aiole di grande effetto cromatico, per bordure, per piccoli gruppi isolati e soprattutto per fiore reciso - per conservare la loro bellezza e mantenerle fresche ecco una piccola astuzia:
1-      Raccogliamole solo quando i fiori sono completamente sbocciati altrimenti stenteranno ad aprirsi o non si apriranno per niente. Tagliamo i rami al mattino presto con un coltello ben affilato.
2-      Eliminiamo le foglie che stanno più in basso lungo lo stelo ( queste in acqua marcirebbero).
3-      Scottiamo i gambi nel punto del taglio passandoli sulla fiamma del fornello per alcuni secondi facendo molta attenzione. In questo modo i fiori perderanno meno liquidi dal taglio e rimarranno freschi per alcuni giorni.
4-      Infine mettiamo i fiori in un vaso con acqua fresca, ricordiamoci di cambiare l’acqua tutti i giorni e di tenere il vaso in una stanza fresca almeno nelle ore più calde della giornata.
ACQUA: mantenere il terreno sempre  leggermente umido evitando i ristagni idrici che provocano marciumi ( per regolarsi al meglio con le annaffiature toccare il terreno e seguire l’andamento climatico).
AMBIENTE ED ESPOSIZIONE: in pieno sole o a mezz’ombra in luogo arieggiato e caldo.
COLTIVAZIONE IN PIENA TERRA: i tuberi, cioè le radici carnose ricche di sostanze di riserva, vanno messi in piena terra a una profondità di 10-15 cm, da marzo a maggio, è sconsigliato anticipare per evitare il rischio di improvvise gelate – dopo averlo interrat, ricopriamolo interamente, salvo che non presenti già un germoglio – in questo caso “l’occhio” (così è chiamata la gemma) va lasciato affiorare dal terreno.
COLTIVAZIONE IN VASO: esistono tante varietà coltivabili in vaso – le più adatte sono le varietà mignon che non superano i 25-30 cm di altezza e che possiamo utilizzare con successo nelle cassette o nei vasi sul nostro terrazzo – purché l’esposizione sia in pieno sole e l’umidità del terriccio sia costante – mettiamo le piante a 30 cm di distanza una dall’altra.
CONCIMAZIONE: non concimate subito ma solo dopo un mese dalla messa a dimora usando un fertilizzante liquido per piante da fiore diluito nell’acqua delle annaffiature 1 volta ogni 3 settimane fino al termine dell’estate.
ACCORTEZZE (malattie e parassito): in buone condizioni di coltivazione (esposizione, irrigazione, concime) le dalie crescono sane e rigogliose – in situazione troppo asciutta possono essere attaccate dai pidocchi invece un eccesso di acqua e umidità provoca marciumi e possono essere colpite dal “mal bianco” ( oidio); in questi casi utilizzare prodotti specifici seguendo attentamente le istruzioni di un buon vivaista – se coltiviamo le dalie in regioni del nord, con inverni rigidi e temperature  molto basse dobbiamo togliere i tuberi a ottobre e conservarli fino a primavera in un luogo asciutto, buio fresco e ventilato.
CURIOSITA': nel linguaggio dei fiori la dalia simboleggia gratitudine.