giovedì 11 giugno 2015

MELOGRANO PUNICA GRANATUM



Il Melograno “Punica granatum” è una varietà di taglia ridotta utilizzata come pianta ornamentale (difficilmente supera il metro di altezza), si adatta alla coltivazione all’esterno in tutte le zone a clima mite (la pianta adulta resiste anche a sporadiche gelate) producendo piccoli fiori, generalmente rossi e piccoli frutti sempre rossastri.


COLTIVAZIONE MELOGRANO “PUNICA GRANATUM”



Luce: in pieno sole ( tranne nelle ore più calde) o comunque in un ambiente molto luminoso ( è una pianta che necessita di almeno alcune ore al giorno di irradiamento solare).

Acqua: tra un’annaffiatura e l’altra lasciare asciugare il terreno ed evitare i ristagni idrici che provocano marciumi.

Concimazione: Si consiglia di concimare la pianta con un concime a lenta cessione; quindi interveniamo ogni 3-4 mesi. Possiamo utilizzare un concime universale, ma è consigliabile cercare un concime specifico per piante da frutto seguendo attentamente le istruzioni e i consigli di un buon vivaista.  

Moltiplicazione: si riproduce, in primavera, mettendo a germinare semi preventivamente lasciati in acqua calda per 48 ore. Le nuove piantine dovranno essere protette dal freddo per i primi due anni. Nuovi esemplari si possono ottenere anche per talea in primavera-estate, utilizzando porzioni lunghe 20-25 cm., da mettere a radicare in un miscuglio di torba e sabbia.

Potatura: visto che fiori e frutti si formano all’estremità dei rami di un anno, con le eventuali potature di mantenimento si dovranno asportare i rami che hanno fruttificato nell’annata precedente, i rami secchi e danneggiati e gli eventuali polloni basali.

Parassiti e malattie:  se colpita da afidi o malattie fungine, quali l'iodio, la ticchiolatura o la ruggine, dovute ad una scarsa ventilazione ed un’eccessiva umidità, in questi casi utilizzare prodotti specifici (seguendo attentamente le istruzioni e i consigli di un buon vivaista).

Curiosità: dal latino “punicus”, di Cartagine, visto che i romani conobbero il melograno dai Cartaginesi. Plinio lo chiamava addirittura “malum punicum”, ovvero mela cartaginese.



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